
La scienza conferma: ecco i benefici di una vita vista mare
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ROSETO DEGLI ABRUZZI – Il blu è il colore che simboleggia la calma e la quiete profonda. Sarà forse per questo che trascorrere del tempo ad osservare il mare, perdendosi con lo sguardo e con i pensieri, ha benefici effetti a livello fisico e mentale.
Sarà anche per questo motivo quindi, che uno dei sogni ricorrenti nelle persone è quello di vivere una vita “vista mare”, un desiderio di benessere e libertà, di fuga dal caos delle grandi metropoli, dall’inquinamento, dai rumori e dalla frenesia di un tempo mai abbastanza veloce da vivere.
I benefici sulla salute e sul sistema immunitario sono ben noti, l’aria di mare da sempre è stata la prescrizione medica per i bambini dalla costituzione gracile o per le affezioni ai polmoni, con il suo potere, nel cambio di clima, di attenuare i sintomi di asma e bronchite e aiutare il sistema respiratorio.
Così come uno stile di vita più rilassato favorisce la produzione della tanto chiacchierata serotonina, “l’ormone del buonumore”, con una conseguente migliore qualità del sonno, e una minore probabilità di farsi sopraffare dai pensieri negativi, dalla malinconia e apatia, dalla tendenza a stati depressivi.
Diversi studi scientifici hanno preso in esame il rapporto tra il benessere psicofisico e la sua correlazione con il vivere in luoghi di mare. Per citarne uno, l’Università di Exeter, nel Regno Unito, si è basata sui dati raccolti con il censimento della popolazione britannica per condurre uno studio su 48 milioni di persone, constatando che la percentuale più alta di persone tendenzialmente più felici era da trovarsi tra coloro che vivevano a meno di un km dal mare.
Migliora la concentrazione, migliora il rendimento ( sul lavoro, nello studio, nello sport): l’acqua, nel suo antico simboleggiare il divenire, lo scorrere, il purificare, aiuta una mente stanca a rinvigorirsi. I filosofi e i sapienti dell’antichità ne conoscevano e apprezzavano le proprietà curative, da Platone per il quale “il mare lava tutti i mali dell’uomo” a Nietzsche che insiste sul “silenzio del mare“, passando per Ippocrate che suggeriva bagni in acqua di mare calda, fino alla filosofia contemporanea che ne esalta e distrugge al tempo stesso l’essenza tra naufragio delle anime e distesa sconfinata, tra viaggio di scoperta e solitudine.
Il mare ci riporta al nostro stato naturale, al corpo fatto per tre quarti di acqua, alla vita primordiale, all’evoluzione futura.
Resta un punto fermo, ovvero il sogno di affacciarsi su una tavola blu e sentirne il profumo invadere la casa, al mattino, o immaginarlo, di notte, dalla brezza tiepida e dal rumore delle onde sugli scogli e sul bagnasciuga.
E chi non lo ha sognato o ci vive già o lo sognerà.
(di E. Marchini)
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